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Riqualificazione architettonica e paesaggistica della ciminiera inserita nel parco del Mincio

@ Studio Brusa Pasquè

Ponti sul Mincio

2018

menzione speciale

Arch. Elena Brusa Pasquè

Arch. Marco Zanini

PRR Architetti

 

 

 

La pianura è una superficie liquida: luogo che favorisce le attività e gli spostamenti umani. In pianura l’orientamento non può essere appoggiato a un monte, al mare. In pianura tutto scorre. La pianura è laboratorio umano, paesaggio antropico per eccellenza. L’atto di civiltà che la produce e che nel passato era azione di costruzione del senso di un luogo, oggi diventa negazione. L’area percepita ad una scala ampia è un paesaggio martoriato da edifici, strade, infrastrutture e anche ciminiere che avranno anche consentito il raggiungimento del benessere, ma hanno portato via il senso del luogo (genius loci) che generazioni su generazioni sono riuscite a coltivare nella pianura. Il paesaggio su cui il progetto insiste è saturo: tutte le complesse informazioni contenute e sedimentate nel tempo non vengono più lette. Questa sapiente sovraimpressione di tutti gli attori che hanno contribuito alla produzione del paesaggio si è dissolta nella ricerca spasmodica del benessere. La pianura lombarda viene definita dal Cattaneo come “deposito di fatiche”, che oggi non aiutano più a tessere il senso, ma a perderlo: le infinite costruzioni non hanno aiutano ad abitare il luogo ma a creare rumore. Un rumore che fa perdere quel senso, quell'appiglio che permette di sentire quel luogo come proprio. In pianura non si sta, ci si muove: il paesaggio scorre via e noi con lui. E quindi andiamo a Milano, New York, Parigi, Londra.
La scelta del progetto per ritrovare il senso, in un mondo ad alta definizione saturo di rumori, è abbassare la risoluzione con l’obiettivo di arrivare all’anima del paesaggio, alla più semplice impressione dello stesso. Il progetto prende la mosse dalla più piccola striscia di racconto impressionabile dallo sguardo. Quella serie di colori, di pixel, così ottenuta, diventa la più breve superficie impressionabile: la sintesi, l’anima del luogo che diventa motivo decorativo astratto della ciminiera. Un luogo che ritrova una casa in una ciminiera. Questo manufatto ormai inutile, scartato dalle logiche di produzione, non verrà più percepito come ecomostro ma come appiglio: la sintesi finale astratta di tutto ciò che è sempre stato percepito a livello zero. I popoli percorrendo la pianura hanno percepito le infinite gradazioni di verde nei boschi, l’ocra, i gialli, i marroni e i verdi per i campi; i vividi colori nelle radure fiorite, i grigi, i gialli e i rossi nelle città e per finire i blu lungo il fiume Mincio. Il Mincio tiene insieme tutti questi colori riflettendoli tutti nelle varie stagioni e caricandosi dei colori del cielo che cambia sempre. Domani questa impressione a livello del suolo si potrà percepire in un’unica soluzione verticale che valorizzerà la ciminiera e la farà dissolvere nel paesaggio, perché sua sintesi astratta.
Una torre che non scompare ma che diventa simbolo e appiglio di un paesaggio che scorre.

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