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Via Francigena da Varese

Reportage pubblicato qui per Cyclhub: https://cyclhub.blogspot.com/p/viaggi.html

Giorno 00 | Partito.

 

Dopo una settimana di preparativi e scelte al ribasso comincia il viaggio sulle tracce dei pellegrini, con una Olmo da corsa anni 80 e un bagaglio leggero.

Giorno 01 | Varese -> Santa Cristina (Pavia). 130km.

Partenza da una Varese desolata ma dove incontro una signora. Si augura pioggia e venendo a conoscenza che vado a Roma mi chiede di salutarle il Papa.
Fortunatamente però, forse per interessamento dall'"alto", non piove e una giornata nuvolosa regala una piacevole pedalata, nonostante la monotonia del paesaggio, fino a cuggiono, dove incontro Luigi. Altro ciclista che mi indica una strada migliore per raggiungere Pavia, che passa dal Naviglio di Bereguardo e decide di accompagnarmi. Nonostante i suoi 63 anni la gamba ce l'ha e raggiungiamo insieme a tuono Abbiategrasso. Qui si apre la pianura, le cascine e la presenza dell'acqua ritma la pedalata che diventa fluida lungo la ciclabile fino a Bereguardo. Lungo la strada una scoperta: Sanvarese, che deve sicuramente essere il protettore di tutti i cappellini di CYCLHUB.
In pochi kilometri si vede Pavia, qui inizia la segnalatissima via Francigena e comincio a incontrare altri viaggiatori.
Viaggiare da soli non significa essere soli.

P.S. Ho deciso quale sarà il libro che mi accompagnerà: Chatwin, le vie dei canti. "...ed é un percorso di idee, una musica di idee che muove tutta da un interrogativo: Perché l'uomo, fin dalle origini, ha sentito un impulso irresistibile a spostarsi, a migrare? E poi: Perché i popoli nomadi tendono a considerare il mondo come perfetto, mentre i sedentari tentano incessantemente di mutarlo?..."

Giorno 02 | Santa Cristina (Pavia) -> Fornovo di Taro. 130 km (circa).

Piove. Piove e non smette più e non contento, mi perdo. La pianura non da speranza e senza nessun punto di riferimento, seguo presunti segnali rossi e bianchi che portano in direzioni incognite.
Questa é la bassa del mio amico Marco V, dove le cascine sembran chiese.
É bello, ma dopo 5 ore, bagnato fradicio sotto la pioggia incessante, mi fermo, mi asciugo e mi proteggo sotto la nicchia del duomo di Fidenza con una domanda: e se mi vengono i piedi da trincea?
La pianura finisce, iniziano le colline e domani la Cisa.

P.S. Interpello il Santo Protettore dei Pellegrini affinché fulmini l'autista della Mini che mi ha lavato con un'onda anomala in piena faccia. Forse voleva rinfrescarmi, non accorgendosi che ero già fradicio?...

Giorno 03 | Fornovo di Taro -> Avenza (Carrara). 114km.

Oggi parto per la Cisa con Davide. I nostri passi però sono diversi, col 39/26 sono obbligato a spingere sempre e vado solo.
Si viaggia soli perché ognuno ha il proprio passo ma ci si incontra tutti nei luoghi che accolgono i pellegrini. E si é subito fratelli. Ci si saluta lungo il percorso, perché ci accomuna un percorso faticoso e denso. Ci si saluta tra motociclisti, tra chi va a piedi in montagna, tra chi ha una cresta in testa. Qui la fratellanza è ancora maggiore, la fatica aiuta.
Ma una domanda ingenua mi preme in testa: non potremmo sentirci fratelli sempre, nella quotidianità e non solo perché siamo membri dello stesso clan? Il fatto di essere tutti esseri umani non ci accomuna abbastanza?
Dopo la Cisa è tutta discesa, foreste e ombra... e poi il mare. Lo vedo... torno nella terraferma... il luccichio dei monti di marmo mi chiama.

P.S. ringrazio mio zio per la ruota, col mio pacco pignoni 20/12 non so se ce l'avrei fatta.

Giorno 04 | Avenza -> San Miniato. 120km.

Saluto il Tirreno e parto seguendo la costa della Versilia fino a Pietrasanta. Si gira, si passan le colline in direzione Lucca. Lucca e le sue altissime mura, mi ricordano qualcosa. Bella, ma resto poco, da qui in avanti ci sono solo colline, inizia la parte della Toscana dove ogni colle è sormontato da una casa, un paesaggio disarmante, un paesaggio costruito, invece che con mattoni, con ulivi, viti e grano. Non pedalo più, allungo, devo stare qui il più possibile. Giro la testa in continuazione perché a ogni curva è un dipinto diverso.

P.S. Oggi nel mezzo della Toscana, viti, ulivi e colline scopro Cinelli. E faccio una foto solo per Andre che apprezzerà!

Giorno 05 | San Miniato -> Buonconvento. 115km.

Mi alzo presto, saluto la coppia di Torino conosciuta ieri e parto. Qui si scollina parecchio: É tutto un saliscendi che alle 7 di mattina mi rincoglionisce. Ad un tratto ho un'allucinazione, in lontananza, non capisco se é il profilo di San Gimignano o dei cipressi. Ho bisogno di cibo. A San Gimignano c'è il mercato e mi mangio un panino con la porchetta davanti a un panorama pazzesco alle 9:00 di mattina (dato che mi son svegliato alle 6:00 non é considerabile colazione). Lascio la nonna di new york in Toscana, lascio il Chianti. Qui cambiano i colori, più caldi, più terra. E arrivo a Siena che é addobbata a festa. Tutti i senesi sono in giro vestiti dei colori delle contrade. Domani c'è il palio e io mi rendo conto che son vestito da "Istrice". A Siena mi fermo, fisso il duomo -aspettando un orario più consono per girare in bici- e quella scansione di pietra bianca e verde con quei tocchi di rosa, mi fa fare un "viaggio" pazzesco. Riparto e arrivo a Buonconvento, qui si respira Eroica dappertutto.

P.S. Un bel Chianti con la porchetta devo dire che ci stava, e mi é mancato. Le 9 di mattina e ancora un centinaio di km da percorrere mi hanno fatto desistere. (che loser)

Giorno 06 | Buonconvento -> Montefiascone. 110km.

Ieri abbiamo mangiato tutti assieme grazie a Cinzia che ci ha fatto dei manicaretti speciali. La comunicazione tra pellegrini é interessante, chi ha visto uno che viene da Parigi, un'altro ha visto una ragazza che viaggia con l'asino (che con il passaparola dei pellegrini diverrà un drago volante). Lungo il tragitto ci si passa informazioni, come nel mondo pre social. Mi alzo alle 5 e conosco Don Domenico (che ha una libreria piena di libri di architettura e di altri belli tosti) ci ha offerto cena e colazione e con lui ho una delle conversazioni piu corte e dense mai avute. Parliamo della Toscana e del suo popolo amico del territorio che cura e forma da secoli, sulla responsabilità degli architetti ecc. Lo saluto e vado verso Bagno Vignoni, voglio vedere lì il sole sorgere, nelle terme dei papi. Sotto però ci sono le terme aperte a tutti e ne approfitto per fare un bagno coi fanghi finissimi completamente solo. Attendo invano delle belle olandesine e riparto. Sono nella Val d'orcia, dalle colline coperte di velluto ocra. La sorpasso e sono nel Lazio, da qui in poi, tutto é nuovo, non sono mai stato. Arrivo ad Acquapendente dove mi sfondo d'acqua, che é buonissima. Dovevo prendermene molta di più, perché poi non ne ho più trovata di potabile, ma ho trovato i Maritozzi alla panna, che buoni, con la panna bella freschetta...ahhhhh. Devio, perché voglio vedere Civita di Bagnoreggio, un borgo abbandonato nel mezzo dei calanchi. Oggi il percorso é tutto colline, mi son spaccato le gambe e comincio ad avere un acciacchino alla gamba sinistra, la pedalata rotonda se n'è andata. Arrivo a Montefiascone, nel monastero, solo suore. E domani Roma.

P.S. Mi sono comprato il voltaren vediamo se passa. Pedalare riesco, é camminare il problema ahahahah!

Giorno 07 | Montefiascone -> Roma. 115km.

Ieri niente olandesine alle terme. Ma al monastero, apro la porta della camera e trovo -che si sta rivestendo- (ops, scusa) Lyndsey (non ho ancora ben capito come si scrive, una ragazza svedese che abita a Torino) parla benissimo l'italiano e alle 9, quando le porte del monastero si chiudono tira fuori dalla borsa una bottiglia di bianco bello fresco e ce lo beviamo nel cortile di questa bella gabbia dorata coi vecchietti che ci fissano. Parliamo, parliamo, parliamo: una serata breve, ma intensa. Ci scambiamo i numeri e ci promettiamo di rincontrarci (io sono in debito di una bottiglia di vino). Tornati in camera mi chiede se le spalmo del voltarene sulla spalla dolorante... buonanotte Marco, buonanotte Lyndsey. La mattina vedo l'alba al lago di Bolsena, e mi sembra di essere un po' a casa. Da qui a Viterbo é un susseguirsi di resti romani dispersi nella campagna. E Viterbo, vuota e sonnolenta, ma bella. Oggi ancora tutta collina, passo da strade bianche, ma i copertoncini da 23" reggono. La mia dieta mattutina ormai é segnata: maritozzi con la panna finché sarò nel Lazio, prezzo politico 1,50€ per una botta da una spanna di felicità e zuccheri. Passo Sutri con la sua necropoli e il bellissimo anfiteatro e arrivo nella capitale. Prima vado da Bonci per una pizza (buonissima) e poi Gianicolo, voglio vedere il tempietto del Bramante (purtroppo chiuso) e Roma dall'alto con una birretta e la mia Olmo. Sono arrivato alla meta, girare Roma in bici é bellissimo, oggi penso che mi perderò parecchio senza bagagli.

P.S. Sento una domanda che sorge dai followers maschi:"Ma 'sta Litsie? Ti offre una bottiglia vino, parlate tanto, siete in camera assieme nel monastero delle suore, ti chiede pure di spalmargli la crema sulle spalle....e poi?" Io:"e poi nulla" ...follower maschi:"buuu che sfigato!"

Giorno 08 | Roma. 0km.

Oggi pausa, piove, ma nel pomeriggio esce un pallido sole. Questi temporali prima delle giornate di salita appenninica sono benedette. La gamba mi da ancora fastidio, non passa, nonostante il voltarene. Oggi non ho riposato molto, rivedo un paio di edifici che non vedevo da un po'. Roma ai fori imperiali ti si apre, si mostra la sua bellezza sedimentata in millenni di storia, tutto nel giro di pochi passi. Poi maxxi, macro (odile decq é definitivamente eletta l'architetta dei bagni) e mangio con Erika, i nostri viaggi si incontrano a Trastevere. Spero domani di riuscire a pedalare, mi aspetta un'altra Cisa ma senza discesa.

P.S. A Roma non c'è nessuno, proprio figo. Peccato tutte le osterie e trattorie che mi ero segnato son chiuse per ferie. Itinerario gastronomico rimandato a data da destinarsi.

Giorno 09 | Roma -> Spoleto. 125km.

Roma, 630 di mattina, bella. Prendo la Salaria, non faccio foto e penso: "Roma é una milf". Percorro fino a Terni una strada regionale lungo la quale ci sono solo io. Il fastidio alla gamba é miracolosamente passato, ma, me la prendo comoda ugualmente. I monti sabini sono una culla verde. Il cielo é azzurrissimo, me ne accorgo solo ora perché da qui il viaggio é verso nord. Basta sole in faccia. Mi tolgo gli occhiali e apprezzo i colori. Questo passo appenninico sale poco ma per 15/20km fino ad arrivare in cima a 700m slm. Entro in Umbria incontrando Spoleto e qui inizia il cuore verde d'Italia.

Giorno 10 | Spoleto -> Gubbio. 100km.

Con l'aiuto da casa di Lorenzo trovo una strada alternativa alla SS trafficata e decido di passare da Assisi. Per la gioia degli amici di FIAB percorro la pista ciclabile spoleto/assisi, bella, pianeggiante, tutta in sede separata. Arrivo ad Assisi, ma proseguo, voglio arrivare presto a Gubbio per vederla attentamente. Da Assisi, tiro dritto, scavalco monti: É un infinito saliscendi che regala visioni inedite della campagna umbra lungo itinerari francescani. A una certa, non controllo la strada, seguo per Gubbio, faccio una lunga discesa, e mi ritrovo un divieto per bici, siccome la strada diventa SS. Maledetta SS, quella bella discesa si trasforma in un paio di chilometri di "cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo..." e ritorno indietro. Arrivo a Gubbio -a detta del cartello- la più bella città medievale (pretenziosetti gli amici eugubini). Oggi doveva essere una tappetta semplice, si è rivelata bella tosta. E domani la tappa più lunga fino a Ravenna con pioggia.

P.S. Mi sono segnato tutte le piadinerie, fritterie, cresconerie della costa adriatica...domani sfondamento culinario.

Giorno 11 | Gubbio -> Ravenna. 190km.

Oggi si scollina alla grande, devo superare gli appennini e arrivare al mare. Parto prestissimo da Gubbio, tra gole, pioggia e buio. Arrivato nei paesi la gente sorride al ciclista fradicio quando passa. Ti aiuta, ti sorride quasi a motivare il tuo viaggio. Chissà invece gli automobilisti protetti nelle loro scatole di latta, quanto avranno pena di un povero ciclista fradicio. Ma che pena! sono io che ho pena di loro, io qui me la sto VIVENDO.
Oggi è il giorno della scelta verso la strada più significativa, non certo la più comoda. Nonostante ciò, nella patria del Bramante trovo una strada vietata ai ciclisti, quindi mi tocca scollinare. Una della più dure e inaspettate salite per Urbino, per di più sotto la pioggia. Sono totalmente impreparato alla pioggia continuata. Questa volta mi copro subito fin dall'inizio (non come al giorno 02 che mi sono coperto, aspettando invano fino all'ultimo che spiovesse, quando ormai ero zuppo) ma i miei vestiti impermeabili non sono traspiranti e diventa una sauna. Arrivo a Urbino, che non riesco a godermi, perché piove.
Proseguo e visto che comincia a spiovere passo da Gradara, per apprezzare un po' di linea gotica. Ed è il mare. Un sacco di macchine che rendono il mio passo lentissimo e il viaggio estenuante. Prendo il lungo mare ciclabile e sono costretto ad andare lento. A Riccione incontro Carlo un amico in vacanza. Mi fermo però a Rimini dalla Lella per provare piadine e crescioni, buonissimi. Fino a Cervia è un susseguirsi di bagni senza gente. Qui son rimasti agli anni 80\90. Sembra quasi che sia obbligatorio divertirsi: discoteche, bar, bagni, salterelli, macchine raccogli premi, giochi, beach volley, ma è una felicità di plastica (e Cattelan forse ce lo ricorda?) e tiro dritto verso le chiese paleocristiane di Ravenna.
Capisco però perché la gente viene qui in vacanza: C'è una quantità di belle ragazze da far impressione (o forse risaltano per la bruttezza del luogo?). La ciclabile nel mezzo del parco del delta del Po è bella ma allungo da Dio e faccio strade bianche che non dovrei fare coi miei copertoncini, che però reggono meravigliosamente. Bella la ciclabile, ma il silenzio del rotolamento dei copertoni da 23" sull'asfalto di strade secondarie lo preferisco.

P.S. A Ravenna sono in giro tutti in bici.

Giorno 12 | Mantova -> Piacenza -> quasi Varese (casa dei miei). 130km + non voglio nemmeno saperli (ps 290 alla fine ahahahah).

Ieri nell'ostello delle bici c'era il paese, c'erano le vecchiette (sembra essere il bar delle donne questo: nei bar normali con gli uomini, le donne non vanno... come son fuuuuurbe) c'erano i ciclisti, c'erano i bambini. Una bella mixité nella chiusa chiusa di Governolo. Incontro un signore all'ostello che ha fatto la ciclovia del Po da Torino e mi dice che l'argine fino a cremona è asfaltato. Mi fido e cambio programmi. Belli questi incontri che deviano i piani.
Mi sveglio ormai automaticamente prestissimo: la sveglia non serve un po' come le mattine prima degli esami. Vedo l'alba sul Po, che luce magnifica. Oggi dall'alto della ciclabile sugli argini noto la pianura con occhi nuovi e mi sembra tutto bellissimo. Qui la visuale è privilegiata e riscrivo il mio giudizio sulla bassa mantovana. Bellissima, sarà la luce, sarà che non sono stanco, sarà che esce pure un arcobaleno, bello. Devio per Sabbioneta, ancora integra con le sue mura che la cingono. Proseguo lungo la ciclabile del Po fino a Cremona che mi ricorda le mie amiche cremonesi Frá e Giò: Bella ed elegante ma con un animo gentile e ruspante. E mi sento un po' a casa grazie alle chicche da local della Frá: Torte, gelati, tramezzini e chiese. Ancora poche pedalate e arrivo a Piacenza dove mi fermerò l'ultima notte.
Ho cambiato idea, ho un'energia addosso, forse causata da sostanze dentro la sacher della pasticceria cremonese attivatesi ore dopo. Piacenza non mi ispira, non ho voglia di incontrare pellegrini in viaggio quando il mio viaggio è finito e quindi, vado avanti. Proseguo con un'energia mai avuta, mani sotto la piega del manubrio e giù a pedalare come non mai. Posti già visti che voglio passare velocemente e soprattutto farmi una tappa nel tardo pomeriggio. Arrivare fino a Varese è impossibile quindi mi fermo dai miei genitori cosi da raccontare a caldo le impressioni del viaggio.
E domani Varese.

Giorno 14 | Casa dei miei -> Varese

Ultima tappa, pochi km...e sono a Varese, poi Velate e vedo il campo dei fiori, il sacromonte: il mio, per ora, punto di riferimento. Apro la porta di casa e per la prima volta di ritorno da un viaggio, sorrido. Ciao

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