top of page
Forno comune
Casamatta

Malnate, Varese [IT]

2017

cliente: Legambiente

progetto, autocostruzione, coordinamento

 

con A.Minazzi e tutti i partecipanti al workshop

materiali recuperati: mattoni,  putrelle , argilla espansa, tappi di sughero, travi in legno, marmo, coppi 

materiali acquistati: mattoni refrattari, cemento

 

costo: 300 euro 

Il forno comune a Varese/Malnate di Casamatta è un manufatto semplice che sicuramente non vedrete pubblicato nelle riviste di architettura, autocostruito da più mani e da più teste, quasi interamente con materiali recuperati.
Io ed Alberto (altro architetto, ormai in pensione) lo abbiamo progettato, disegnato, ma non possiamo certo definirci gli architetti di un progetto che durante il cantiere di autocostruzione ha preso forme diverse (non a causa di una mancanza di controllo, ma grazie alle diverse teste e mani che hanno contribuito a costruirlo) e che proprio grazie a quelle mille forme (e quelle mille imperfezioni) non sarà definito il forno dell'architetto x, ma sarà il forno di tutti.
Il prof D. Pandakovic durante i miei studi usava dire: "Che bello vivere senza lasciare il segno". Questa frase l'ho capita anni dopo, e solo oggi la capisco appieno negli occhi degli abitanti che, quando vedono il "nuovo" forno, si ricordano quel vecchio forno (demolito nel '60) che stava proprio lì e in cui, durante la guerra, facevano dei pani molto semplici. Ma lo vedo anche nei miei di occhi, che vedevano, giorno dopo giorno, prender forma un manufatto che, nonostante fosse in costruzione, mi ha costantemente dato l'impressione di essere sempre stato lì. Un nuovo/vecchio forno. E finalmente capisco appieno quella frase "vivere senza lasciare il segno"

VALORE SOCIALE

Tante le mani che hanno messo i mattoni per vedere rigenerato il forno della corte, costruito con materiale di recupero in un contesto magico dove si sta edificando un nuovo modo di fare comunità, partendo dal fare insieme. Il forno comune di Casamatta è un luogo che vuole diventare occasione per tornare ad incontrarsi, guardarsi in faccia fuori dai luoghi di lavoro, fuori dalle case e dagli spazi del privato, facendo qualcosa di semplice e concreto come il pane, semplice ma universale. Fare con le mani anziché comprare ci permette di riappropriarci del valore di ciò che abbiamo a disposizione, godendo dei lunghi tempi di preparazione, riscoprendo l’attesa e la lentezza per dare spazio al pensiero e alla relazione, al volto. Tutto questo lo vorremmo fare insieme a chiunque senta la curiosità e il desiderio di tornare ad abitare gli spazi collettivi della città, una pizza si può fare anche a casa, ma crediamo che abbia un sapore differente se infornata in uno spazio costruito con le mani e i sogni di molti. Il fuoco del forno sarà acceso di domenica per scaldare la corte dei Mulini di Gurone e per accompagnare nuove storie a partire dalla convivialità e dal ritrovato piacere di stare insieme come nei pranzi domenicali di una volta. Ritessere legami scoprendo nei tanti pani possibili diverse storie, appartenenze e culture per riscoprirsi in una comune appartenenza a partire dalla quale edificare processi di resilienza per fronteggiare la disgregazione.

articolo

bottom of page